I varchi d’accesso perimetrali sono la prima cintura di sicurezza posta a protezione di un sito. E’ però facilissimo trasformarli da anello forte della catena a punto debole, con conseguenze negative in termini sia di security sia di perdite economiche. Evitare questo rischio è possibile seguendo quattro fondamentali linee guida.
Il primo passo per mettere in sicurezza un sito sottoposto ad un determinato livello di rischio è spesso quello di progettare la cintura di protezione esterna. I varchi d’accesso posti lungo questa cintura diventano così i veri centri nevralgici di controllo: è lì che infatti, ogni giorno e in pochi istanti, si dovrà decidere della sorte del sito stesso e di tutto quanto vi è connesso.
E’ però anche facilissimo e purtroppo piuttosto frequente che i varchi d’accesso si trovino ad essere trasformati da anello forte della catena a punto debole, con conseguenze anche drammatiche in termini economici, produttive e in certi casi anche di vite umane. Ancora peggio se, nei fatti, sono considerati aree invece inviolabili: quando ormai avviene l’irreparabile è troppo tardi per intervenire. I rimedi sono tardivi e comunque non potranno ripagare le perdite subite.
Quali sono i danni collaterali prodotti da un varco mal progettato:
Disastrose perdite economiche, causate da:
eventi di tipo doloso
danneggiamenti alle strutture esterne e interne al sito
furti di varia entità
Accessi fraudolenti, resi possibili da:
entrate ed uscite non autorizzate
scorretto tracciamento degli individui in ingresso
mancata identificazione del personale interno ed esterno
Perdite di vite umane, provocate da:
attacchi di tipo terroristico
atti di violenza
reati di tipo penale
E’ chiaro che simili pericolose trappole si creano solo quando ci si approccia al tema della security con superficialità, nella certezza che per garantire massima protezione sia sufficiente un po’ di tecnologia supportata da qualche controllo di routine. Il problema è che anche le più piccole imperizie e disattenzioni progettuali finiscono con il produrre, prima o poi, danni di enorme portata.
Evitare queste trappole è possibile: nella progettazione dei varchi d’accesso lungo le cinture perimetrali di un sito, a fare la differenza sarà il rispetto di quattro linee guida fondamentali.
Effettuare una valutazione approfondita dello stato di fatto
L’analisi accurata dello stato di fatto deve precedere qualsiasi velleità di modifica ai varchi d’accesso.
Lo scopo è quello di evidenziare:
il livello e il tipo di rischio a cui è abitualmente sottoposto il sito, cercando di dettagliarlo con la maggior precisione possibile;
i tipi di flusso che transitano attraverso il varco, distinguendo ad esempio tra pedoni, mezzi di pulizia, mezzi di rifornimento, mezzi autorizzati e forze dell’ordine;
tutti i dispositivi di sicurezza presenti, le opere edili poste a difesa degli impianti esistenti, i servizi di controllo ad uomo affidati a personale specializzato;
la presenza, nelle immediate vie di accesso ai varchi, di curve e rettilinei in grado di modificare in modo sensibile la velocità di avvicinamento dei mezzi;
i livelli di modifica che è possibile apportare ai sistemi di controllo adottati, stabilendo se è più opportuno aggiornarli con integrazioni o riprogettarli ex novo.
Identificare i punti deboli del sistema di sicurezza in uso
Il 90% dei sistemi di sicurezza posti a difesa di un sito nei circuiti perimetrali rivela sempre una o più falle che lo rendono vulnerabile. Nella maggior parte dei casi si tratta di errori avvenuti in fase di progettazione dovuti alla scarsa esperienza ma sufficienti a compromettere per intero l’inviolabilità del sito.
Sono da considerare falle:
i varchi non presidiati, né in maniera automatica né manuale;
le aperture dei cancelli azionabili senza alcun sistema di controllo;
le strutture per il personale di controllo ai varchi non in cemento armato;
i buchi nelle recinzioni perimetrali;
le reti basse e scavalcabili posizionati al fianco di tornelli a tutta altezza;
le barriere non videosorvegliate.
Affidare a una corretta sequenza operativa il funzionamento di barriere, cancelli e bussole
Ciascun dispositivo installato in un varco d’accesso concorre a determinare un sistema d’insieme che, per garantire massima sicurezza, deve essere progettato con coerenza. Diversamente, il sistema risulterà violabile in più punti e finirà con il compromettere i consistenti investimenti economici affrontati per mettere in protezione il sito.
L’esperienza pluridecennale in questo settore insegna ad esempio che:
alle barriere è bene affiancare i dissuasori, da posizionare solo dopo aver calcolato fattori essenziali come il tipo di mezzo potenzialmente impattante e le conseguenti specifiche richieste al dissuasore stesso;
l’installazione di cancelli a protezione di varchi in prossimità di siti sensibili è sconsigliata, eventuali operazioni di messa in sicurezza devono infatti poter avvenire in tempi rapidi;
nei siti a medio rischio è possibile ridurre i costi di gestione automatizzando i controlli alle barriere, installando telecamere con affidabili sistemi di lettura targhe capaci di individuare se il soggetto in ingresso fa parte o no di una black list;
nei siti ad alto rischio è indispensabile scegliere le giuste modalità di controllo del cancello, optando per quella manuale se il servizio di guardia armata è interno, per quella mista con richiesta a una control room se il servizio è appaltato all’esterno.
Curare la fase di installazione dalla a alla z
Una buona installazione è fondamentale per garantire il rispetto degli standard di sicurezza. Solo un approccio superficiale al tema della security può portare a compiere banali errori in questa fase così delicata dell’intero processo. Eppure ciò accade di frequente e una simile negligenza può arrivare a far abbattere persino del 50% le performance dei prodotti installati.
Ecco alcuni punti chiave:
la scelta del cemento deve essere fatta con la massima accuratezza e in conformità alle specifiche previste per ciascuno dei dispositivi installati;
la gabbia di fondazione deve essere progettata ponendo attenzione a una serie di fattori, primi fra tutti il giusto volume e la corretta proporzione tra ferro e cemento;
la sede del cavo dati deve essere posizionata con cura per non compromettere la sicurezza del sistema complessivo ingenerando potenziali rischi di sniffing.
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